Celebrato a Venafro il Giubileo degli Agricoltori

Si è svolto a Venafro sabato 30 Aprile il Giubileo Straordinario degli Agricoltori, nell’ambito della Settimana Nazionale della Bonifica e della Irrigazione, con tre momenti religiosi molto importanti. 

Nel primo pomeriggio il parroco di San Giovanni in Platea don Salvatore Rinaldi e il parroco della parrocchia del Ss. Rosario in Ceppagna don Francesco Ferro hanno benedetto i mezzi agricoli radunatisi sul piazzale del Consorzio di Bonifica e da qui i trattori hanno attraversato in corteo le strade della città per poi giungere in piazza Duomo. Alle 17,30 si è avviata la processione penitenziale dalla chiesa del Carmine alla Porta Santa della Concattedrale. Successivamente si è svolta la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo Monsignor Camillo Cibotti.

 

Anche se i cambiamenti socio-economici hanno apportato profonde trasformazioni, l’agricoltura rimane una delle più importanti risorse del territorio. In epoca romana – ma non solo – l’olio, le fertili e verdeggianti terre, il clima mite della città furono esaltati e citati da numerosi poeti e scrittori: Orazio, Plinio il Vecchio, Giovenale, Varrone, Marziale, Strabone.

 

Nonostante il progresso socio-economico e il graduale ridimensionamento del settore primario, l’agricoltura rimane oggi insostituibile per il soddisfacimento dei bisogni vitali di ciascun uomo, ma non per questo priva di rischi. Basti pensare al problema dell’inquinamento che ormai da decenni attanaglia il nostro territorio, indebolisce la nostra salute e quella dei nostri campi. Ma anche le attività criminose che periodicamente vengono scoperte dalle forze dell’ordine rendono non più procrastinabile un’azione incisiva per poter scongiurare l’espandersi di attività illecite e nocive in questo settore.

 

Occorre per questo far proprie le parole di Papa Francesco nell’Enciclica Laudato sii: «Non siamo Dio: la terra ci precede e ci è stata data … coltivare vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare … ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura».

 

Anche Mons. Camillo Cibotti, nella sua omelia, rivolgendosi agli agricoltori afferma: «Sentiamo tanto parlare, in questi tempi, di ecomafia o agromafia. Forse è arrivato il momento, e voi ne siate paladini, di proclamare la bellezza e anche la verità di un bene quali sono i frutti dei nostri campi … c’è un’attenzione e una cura alla terra che ci ricompensa dei suoi frutti».

 

Il nostro Pastore prosegue invitando a «non lasciarsi condizionare dalle forme consumistiche e materialistiche di questo nostro mondo che ha messo al primo posto il profitto e non la salute, non il rispetto della persona».

 

Sebbene il territorio del venafrano non sia esente da queste influenze, sono ancora ben preservati valori e tradizioni genuine ed è per questo che il vescovo esorta a «costruire delle mura altissime, che proteggano questi nostri valori, … ma con porte aperte». Mura che siano in grado di conservare questi valori senza vergogna e con orgoglio. Porte aperte per non isolarsi o chiudersi al mondo, permettendo a tutti di entrare e far conoscere i valori dell’onestà, del rispetto degli altri, del rispetto del lavoro. Mons. Camillo Cibotti conclude ribadendo come il contadino possa considerarsi «custode del Creato» ed è per questo che con forza dice loro: «Siate orgogliosi».

 

Durante la Celebrazione Eucaristica, al momento dell’Offertorio, le pacchiane di Venafro e dei comuni limitrofi hanno offerto cesti ricolmi di prodotti tipici del territorio. A conclusione della Messa, i presenti si sono trasferiti in piazza Duomo per il saluto delle autorità civili e religiose e l’apertura degli stand gastronomici e della mostra sugli antichi attrezzi agricoli.

Vincenzo D’Ottavio

 

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