(Torino) – “Nella periferia noi siamo rinati come comunità ecclesiale, nella fede. Lì è avvenuto il miracolo”. Lo ha affermato questa mattina don Salvatore Rinaldi, parroco a Venafro (Is), intervenendo a Pianezza (To) alla tavola rotonda nell’ambito della 67ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale del Centro di orientamento pastorale.
(Torino) – “Nella periferia noi siamo rinati come comunità ecclesiale, nella fede. Lì è avvenuto il miracolo”. Lo ha affermato questa mattina don Salvatore Rinaldi, parroco a Venafro (Is), intervenendo a Pianezza (To) alla tavola rotonda nell’ambito della 67ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale del Centro di orientamento pastorale. Don Rinaldi ha ricordato come nel 1990 “c’è stata la svolta pastorale” della parrocchia, con la scelta di “trasferire tutto nella zona periferica di Venafro”. “La zona – ha spiegato – è abitata da rom, extracomunitari, persone qui esiliate” ed è caratterizzata da “tossicodipendenza, spaccio di droga, prostituzione, usura”. Con l’individuazione di 100 operatori parrocchiali è iniziato un cammino che ha portato alla realizzazione di un centro sociale che accoglie 100 giovani al giorno. Ma poi ci sono gli ambulatori medici, spazi per le consulenze di assistenti sociali, avvocati, mediatori famigliari realtà che lavoro nel territorio della periferia. “Sono offerte prestazioni a circa 5mila persone”, ha aggiunto, evidenziando come accanto a questo c’è un impegno sul fronte educativo e sulla formazione. “Con i miei collaboratori – ha raccontato – mi riunisco ogni mercoledì sera, con mezz’ora di meditazione sulle parole del Papa nella catechesi all’udienza”. Don Rinaldi ha sottolineato poi il “rapporto di empatia con la comunità rom”, sottolineando che “alla celebrazione della messa alla domenica devono esserci, per sentirsi parte di una comunità”. “Siamo riusciti a coinvolgere 80 giovani rom che hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione, puntando la catechesi su ‘non rubare’, ‘non dire falsa testimonianza’ e il rispetto chi si ha davanti”. “Con i collaboratori ci siamo presi l’impegno di essere nella periferia. La formazione e il sentirci parte della Chiesa universale ci fa andare avanti”.
Fonte Agensir
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