Il cap. IV di Amoris laetitia, dedicato all’amore del matrimonio, è ritenuto il centro di gravità, il cuore dell’esortazione apostolica. Papa Francesco inizia così: “Tutto quanto è stato detto non è sufficiente ad esprimere il vangelo del matrimonio e della famiglia se non ci soffermiamo a parlare dell’amore”. Il Papa scava in profondità nei sentimenti dell’amore in un continuo rimando tra eros e agape.
Al n. 120 la carità coniugale viene definita “un’unione affettiva, spirituale e oblativa, che però raccoglie in sé la tenerezza dell’amicizia e la passione erotica, benché sia in grado di sussistere anche quando i sentimenti e la passione si indebolissero”. Nell’amore coniugale, oltre alla tenerezza e alla spiritualità viene valorizzata la passione erotica, come componente essenziale dell’unione. Una componente, a cui viene dedicato il n. 150, in cui si sottolinea come la sessualità sia “un regalo meraviglioso che Dio ha fatto alle sue creature” e che il bisogno sessuale degli sposi non debba essere oggetto di disprezzo. Seguendo Giovanni Paolo II, il Papa conferma che la passione erotica non può essere messa in discussione, è una risorsa positiva dell’esperienza umana. A conferma di ciò, al n. 151 Papa Francesco evidenzia come l’erotismo sia “una manifestazione specificamente umana della sessualità” e, richiamando le parole di Giovanni Paolo II, ritorna sul tema dell’amore come dono. Il dono che abbraccia eros affinché la passione e l’attrazione sessuale siano sempre accompagnate “dallo stupore che umanizza gli impulsi”. Un dono di Dio che “abbellisce l’incontro degli sposi” e per questo la dimensione erotica dell’amore non può essere intesa come “un male permesso o un peso da sopportare per il bene della famiglia”. Anche i baci, le carezze gli abbracci, i rapporti sessuali sono doni da accogliere con gratitudine dall’altro, richiamando quanto scritto già da Papa Benedetto in Deus caritas est. “Se l’uomo ambisce di essere solo spirito e vuol rifiutare la carne come un’eredità soltanto animalesca allora spirito e carne perdono di dignità” (n.157). L’uomo diventa veramente sé stesso in questa intima unità tra eros e agape. Amoris letitia ci invita a riflettere sulla sessualità nella sua completezza, prendendo in considerazione la sensualità, l’erotismo, la pro creatività quali aspetti intimamente legati e appartenenti all’essere umano. Papa Francesco, facendo propria la riflessione di Benedetto XVI in Deus caritas est, afferma che l’impegno ufficiale della chiesa, fedele alle Scritture, non ha rifiutato “l’eros come tale, ma ha dichiarato guerra al suo stravolgimento distruttore, poiché la falsa divinizzazione dell’eros lo priva della sua dignità, lo disumanizza” (n. 147). Tra eros e agape si può compiere un bel cammino di coppia alla scoperta del nostro amore quotidiano. Un amore che inizia con una scoperta, un apprendimento, un’attrazione e che si trasforma con le stagioni della vita attraverso la volontà di amare in un progetto di vita comune. Nel paragrafo 150 Papa Francesco definisce la sessualità un regalo meraviglioso per le creature di Dio. E la inserisce, senza mai scinderla, all’interno della vita di relazione di coppia. Il piano della vita sessuale si intreccia quindi con tutte le altre dimensioni della vita relazionale della coppia, dalle più gioiose alle più faticose. E, come per tutte le altre dimensioni, anche quella sessuale rappresenta un cammino di apprendimento reciproco di espressione dell’amore vicendevole, che ha bisogno di tempo, pazienza, fiducia, capacità di ascolto. Molte dimensioni e sfere della personalità sono in gioco in questo cammino di apprendimento. Innanzitutto il significato e l’importanza del corpo, del mio ma anche di quello dell’altro. In questo senso molto manca oggi nell’orizzonte educativo che viene proposto ai ragazzi. L’apprendimento a tenere conto di ciò che è importante per l’altro, del suo corpo e dei suoi desideri, dei suoi ritmi e di ciò che lo completa, che si trova fuori dalla sfera della nostra percezione. La spontaneità dei rapporti non è improvvisazione, ma graduale discernimento, che necessita di tempo ed educazione. La sessualità è quindi espressione dell’amore scelto e coltivato nella relazione autentica, che non intende usare l’altro per finalità egoistiche, ma per la costruzione di un cammino comune, gioioso e appassionato. L’amore e la relazione sessuale sono comunicazione profonda e quindi anche capacità di ascolto del corpo dell’altro. Ascolto che si impara, così come si impara a vivere ed esprimere la sessualità in modo costruttivo e liberante. Il sesso è il linguaggio che mette in comunicazione le sfere più profonde dell’io, è dialogo d’amore nell’incontro di un io con un tu. L’atto sessuale in questo senso costituisce la manifestazione, a livello affettivo e corporeo, di un incontro che avviene molto più in profondità.
di don Salvatore Rinaldi
Articolo di lunedì 5 Agosto 2019
Rubrica "Fede e Società"
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